venerdì 15 febbraio 2008

La/Il rovere

Quercus petraea

La/Il rovere è un albero che può raggiungere 30-40m di altezza, il tronco è robusto, diritto,
cilindrico e lungamente indiviso; i rami principali sono molto nodosi e ascendenti, formano una chioma ampia, densa abbastanza regolare; le foglie sono caduche, un poco coriacee allo stato adulto, intensamente verdi e glabre sulla pagina superiore, glabrescenti o più o meno pubescenti e glaucescenti su quella inferiore (in tutti i casi con ciuffi dì peli rossastri all'ascella delle nervature), hanno forma oblungo-obovata con 1a massima larghezza verso la metà; sono cuneate o talora troncate-cordate alla base, con lobi (5-8) arrotondati, meno profondi e più regolari che nella farnia mentre la lunghezza della foglia è simile; invece il picciolo è caratteristicamente lungo (1,5-3 cm).
Il frutto maturante nell'anno e portato da un peduncolo pubescente quasi inesistente o brevissimo (da qui i sinonimi Q. sessilis e Q. sessiflora). La cupola è formata da squame pubescenti, ovatolanceolate, strettamente appressate per cui la superficie appare omogenea e liscia, la ghianda appetita dai suini è di dimensioni leggermente inferiori rispetto alla farnia.
La rovere ha un areale incluso in quello della farnia, con limitazioni soprattutto in senso continentale in quanto risulta molto suscettibile alle gelate tardive (entra in vegetazione prima della farnia). Essa risente meno dei danni da siccità essendo provvista di un apparato radicale fittonante e profondo, ma non tollera la sommersione; è relativamente esigente, ottimali sono i suoli acidi o sub-acidi ben drenati, è eliofila anche se i semenzali possono sopportare un ombreggiamento continuato per 2-3 anni.
In Italia la diffusione della rovere ha risentito molto delle trasformazioni in colture agrarie, della coltura del castagno, e dell'intenso sfruttamento che ha subito nei secoli.

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